Attesa

C’è un momento ben preciso che precede la creazione di un’opera nella vita di ogni artista, e questo momento viene definito da Virgilio Sieni come l’attesa. Ma non è solo una questione temporale, è una predisposizione mentale e spirituale, di mettersi nella misura in cui sono disposto a immergermi in un ascolto profondo, concentrato, attraverso un’attesa paziente, senza pretese, che potrebbe portare a ricevere un dono, oppure no, ma ciò non è essenziale dato che lo scopo principale è trattenere l’energia del dono creatasi durante un’attesa di ascolto cosciente. In questo modo si va a delineare una dimensione quasi di viaggio, di estrema sensibilizzazione dell’ascolto.

Le_sacre_prima_07-03-15_I4Q2659_©Rocco_Casaluci_2015

Le Sacre – ph Rocca Casaluci

«Se è vero che il concetto di dono esiste proprio perché entriamo in una radura molto tenue ma tesa, che è quella che ci predispone a un ascolto – ciò vale a dire che nel momento in cui sono in attesa del dono entro in una tensione, tendo, entro in un momento di attesa – non per ricevere il dono ma giustamente creo quel territorio di ascolto molto intenso. Il dono non ha una scadenza, non è una cambiale. Entro in un territorio in cui probabilmente non arriverà l’oggetto, ma quello che arriva e si mantiene sospeso è questa intensità del dono» (Virgilio Sieni). 

L’attesa di un dono, di una risposta, di un’idea, è un percorso presente in ogni essere umano, ma diverso per ognuno di noi, perché dettato da esigenze differenti. Ad esempio è lo stesso Stravinskij ad affermare che La sagra della primavera è stata una composizione che gli è stata praticamente mandata, sussurrata, intravista nella sua immaginazione in modo assolutamente inatteso. Mentre l’attesa per una persona anziana di realizzare il proprio desiderio di fare danza è, come spiega Sieni,«una forma di dono estremamente sofisticato, che non è più attesa ma ascolto del dono, di un qualcosa che era una necessità impellente, antropologica del corpo di disattivare tutte quelle che sono le strutture patologiche del quotidiano».

Cristina Tacconi

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