Comunicazione

Cinque nonne di Virgilio Sieni, Castiglioncello, 2011

Cinque nonne di Virgilio Sieni, Castiglioncello, 2011

Partendo da Le sacre con la sue atmosfere embrionali e primitive, passando per Altissima povertà e Abbracci in cui si entra in uno stadio di conoscenza e comunicazione con l’altro, continuando con Solo Goldberg e le sue sperimentazioni del corpo e i suoi vincoli, ci si avvicina al finale, con una crescita esponenziale, a temi aulici e solenni di un’umanità consolidata che si interroga sul suo essere al mondo, con le rappresentazioni, a contenuto religioso, di Dolce vita e Cena Pasolini.
In un modo o nell’altro, Sieni ci ha parlato di corpo, ce l’ha presentato in tutte le sue forme, in tutti i suoi stadi generazionali fino a mostrarci i suoi vincoli e le sue possibilità. Un corpo utilizzato dall’uomo come veicolo di messaggi, come uno strumento capace di trasmettere. Trasmettere è comunicare, funzione che avviene tramite innumerevoli forme: la scrittura, i segni, i simboli, il linguaggio, e il linguaggio del corpo. Corpo utilizzato come uno strumento, una protesi, qualcosa che ci permette di esprimere uno stato emotivo. Alla stregua di una penna, attraverso il corpo, l’emittente “scrive” il suo messaggio. Il destinatario, nel nostro caso un pubblico, “legge”.
Virgilio Sieni ci ha dimostrato che la danza, la performance, non sono di minore importanza nella strada verso la comunicazione, che sperimentare con il corpo, trasformarlo da semplice involucro a veicolo, gli conferisce pari dignità rispetto a un qualsiasi altro mezzo di interazione sociale. Non importa che il movimento, il balletto, sia armonioso o ritmico, anzi, quanto più scarno e istintivo tanto più realizza il fine comunicativo. Non importa essere ballerini professionisti per esprimersi, ogni corpo racchiude in sé il suo potenziale, ogni corpo racchiude un messaggio, ognuno di noi ha qualcosa da dire.

Sara Coluccino

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