Dettaglio

Vangelo Secondo Matteo di Virgilio Sieni, 2014

Vangelo Secondo Matteo di Virgilio Sieni, 2014

«Voi conoscete il mio metodo: si basa sull’osservazione dei dettagli», disse Arthur Conan Doyle. Così dovremmo fare noi tutti, quando si tratta di Virgilio Sieni: perché è un insieme di dettagli a costruire un’unità, e alcuni di essi diventano inevitabilmente chiave interpretativa delle sue performance. Non dovrebbe sorprendere, dal momento che per arrivare a scoprire la propria fessurazione è necessario destrutturare; e ciò rende il dettaglio portatore dell’essenza nascosta sotto la superficie ancora prima che il danzatore si relazioni col resto del corpo di ballo. Inoltre, nella trasmissione da danzatore a danzatore o da amatore ad amatore che sia, lo scopo è proprio il risvegliarsi di una memoria antica e la riscoperta di un dettaglio di cui si ignorava l’esistenza; senza trasmissione, anche una coreografia visualizzata composta di tutti i suoi frammenti non sarà mai realmente unita. Perciò, senza dettaglio non c’è fessurazione o trasformazione e quindi neppure unità.
Un dettaglio può essere un gesto, un colore, un oggetto, una disposizione geometrica: ogni cosa, ma soprattutto resta un segno e come tale preciso portatore di significato. Ragione di più, quindi, per concentrarsi sulla loro ricerca e analisi.

Stefania Loppo

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