Radura

Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è perso in una selva. La famosa “selva oscura” di Dante Alighieri è il perfetto esempio di come spesso ambienti boschivi diventino simbolo e metafora di qualcosa che turba le nostre vite. Nelle fiabe e nei romanzi si trova sempre un bosco dove tutto può accadere e dove l’eroe perde se stesso. La natura selvaggia, l’oscurità e i fitti alberi ostacolano i protagonisti facendo smarrire loro la retta via.

RADURA

Tutt’altro significato assume il termine radura, e così è anche per il coreografo Virgilio Sieni. Ogni giorno siamo circondati da un bombardamento di immagini: etichette sociali, standard di bellezza, troppi doveri e pochi piaceri ci hanno come impostato verso un senso quasi ritmico di postura che compulsivamente ci spinge avanti trasmettendoci l’idea che se non cambiamo ogni minuto rischiamo di perdere qualcosa. E se fosse il contrario? Troppo presi dalle nostre frenetiche esistenze spesso tralasciamo le cose più importanti come le emozioni più profonde, le passioni, e sempre più spesso finiamo per non vivere a pieno il tempo che ci regala la vita. Sieni lavora spesso con amatori e danzatori non professionisti ai quali insegna la naturalezza del gesto e la capacità di ritagliarsi oasi di sguardo diverso. Radura è un momento di attesa che ci predispone all’ascolto e un luogo dove ci si sofferma per riflettere e ritrovare noi stessi. Quando tutto sembra perduto, non resta che sospendere la nostra vita e guardarsi attorno e dentro. Se l’oscurità del bosco opprime il nostro essere, la radura con la sua luce ci permetterà di individuare nuovamente il giusto cammino.

Lavinia Elena Guidi

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