>>> CONTINUA con una presentazione in forma di diario l’esposizione dei lavori eseguiti dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze durante il laboratorio La Rappresentazione del Gesto • Atlante dei Ritratti in collaborazione con il Centro Nazionale di Produzione Virgilio Sieni.
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• KRISTINA ANISCHENKO
Una delle più grandi danzatrici indiane, Rukmini Devi, diceva che non si può sentire completamente la danza senza saper dipingere. Diceva che sono due materie essenzialmente unite. E’ proprio così: immaginiamo che la linea disegnata in modo sottile sia come un piccolo movimento delle dita. La macchia di inchiostro o di colore forte e ben fatta può essere paragonata ad un gesto altrettanto forte, ad un elemento coreografico preciso.
C’è una grande forza nei movimenti sincronizzati. Mi fa pensare a tempi arcaici, quando nelle danze rituali collettive spariva la personalità individuale, spariva il senso di sé stessi, del proprio corpo, mente ci si scioglieva nell’unità, fino a che la danza perdurava.
Noi eravamo in sei, buttati sull’erba a disegnare, in un posto verde pieno di luce, di suoni.
L’erba solleticava piacevolmente le dita dei piedi. I nostri soggetti erano gli abitanti della città che si erano riuniti la mattina per diventare danzatori. Erano così diversi.
Hanno iniziato. Prima vedevo solamente le figure separate.
Si muovevano rapidamente, la loro danza era un continuo scambio silenzioso di qualcosa che non si vede con gli occhi. In questa danza era la sua storia nascosta e il dialogo tra di loro. Dopo poco la visione ha cominciato a cambiare, non vedevo più gli elementi distinti, ma una fusione, un movimento continuo, un movimento sostenuto da loro. Come se stessero sostenendo un fuoco per non farlo spegnere.
Vorrei dire grazie. Ringraziare i danzatori, il Centro Nazionale di Produzione di Virgilio Sieni per questo bellissimo laboratorio. Non ci sono frontiere per la danza e per lo sviluppo culturale e fisico, per il ben- essere.
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